Quando i profughi saremo noi: Bruno Arpaia racconta la migrazione verso la Scandinavia
"Qualcosa, là fuori", romanzo ecologico degli anni zero

di GIORGIA ROSSI

« Nessuno ricordava più con esattezza come era cominciato tutto. Forse perché non c’era stato un vero e proprio inizio, forse perché si era trattato di una lenta e implacabile alleanza di eventi impercettibili, di alterazioni minime che, almeno in apparenza, cambiavano poco o nulla ».

Poche righe nelle prime pagine del romanzo Qualcosa, là fuori di Bruno Arpaia (Guanda 2016) raccontano, in maniera allusiva, una situazione ormai sempre più difficile da arrestare: il cambiamento climatico che rende più difficile la nostra vita sulla terra.

Ambientato in un futuro lontano devastato dai cambiamenti climatici, racconta la storia di Livio Delmastro, ex professore di neuroscienze, in marcia assieme ad altre decine di migliaia di persone verso la Scandinavia, unico territorio europeo dove è ancora possibile vivere.

La narrazione, che si suddivide in due tempi, narra dapprima il passato di Livio, la sua adolescenza, la nascita in lui di una coscienza ecologica, l’incontro con Leila, sua futura moglie, e la dolorosa perdita che dovrà affrontare, e, parallelamente, il viaggio verso la Scandinavia, 16 anni dopo il lutto che ha più segnato la sua vita, attraverso un paesaggio italiano irriconoscibile, desertificato e arido.

A partire dall’Italia, Livio Delmastro attraversa tutta l’Europa di cui viene messa in luce la decadenza e i risultati di una crisi ambientale in atto da centinaia di anni. La narrazione sposa il punto di vista del personaggio principale, uomo che ha vissuto una vita piena ma anche profondamente difficile e dolorosa e che ora si trova davanti ad una scelta vitale: proseguire o farla finita. La motivazione che lo spinge a continuare è quella data dalle persone che, insieme a lui, marciano nella speranza di sopravvivere e ricominciare a vivere una volta raggiunta la meta.

Durante il viaggio verso la Scandinavia si incontrano diversi altri personaggi che il protagonista, e anche il lettore, inizierà a considerare come una grande famiglia in cui ogni barriera sociale o razziale viene a meno e dove la sopravvivenza è l’obiettivo che accomuna tutti. La marcia verso il Nord risulterà essere il momento culminante della vita di Livio che, dopo essere riuscito a raggiungere la meta e salvare alcuni dei suoi compagni di viaggio, muore, lasciando il lettore impotente davanti al destino umano e testimone di evento che presto o tardi potrà segnare il suo pianeta.

Qualcosa, là fuori, romanzo ecologico degli anni zero, forgia la consapevolezza nel lettore di quello che potrà succedere al suo mondo. La scrittura è scorrevole ed il costante alternarsi di presente della narrazione e passato rende il racconto molto intrigante.