Durante i corsi della prima settimana del semestre primaverile del 2015 la sezione di inglese della facoltà di Lettere dell’Università di Losanna ha messo in guardia i propri studenti a proposito di una particolare situazione verificatasi nel corso del semestre precedente. Si è saputo infatti che nel semestre autunnale alcuni allievi avevano presentato un “essay” (vale a dire una ricerca scritta) acquistato su internet attraverso siti specializzati. La sezione di inglese ha comunicato che questi lavori sono considerati plagi e come tali sono sanzionabili.
L’offerta di prestazioni scolastiche in cambio di denaro non è una pratica legata esclusivamente alla diffusione di internet, anche nel passato è esistito un simile commercio. Negli anni Novanta e nei primi anni del 2000 alcuni studenti mettevano a disposizione, dietro compenso, fotocopie degli appunti dei corsi, prestiti di libri altrimenti troppo costosi e anche intere ricerche confezionate “su misura”. Senza l’ausilio di internet il mezzo di contatto era unicamente il passaparola, il che conteneva notevolmente il numero di persone che potevano usufruire di questi servizi.
L’espansione di internet quindi non rappresenta il fattore scatenante di questo fenomeno, ma gioca un ruolo chiave nella sua evoluzione. Tramite il semplice e rapido accesso ai motori di ricerca del web gli studenti possono entrare in contatto con un maggior numero di opportunità di questo tipo. Questa nuova apertura ha stimolato la produzione di lavori scolastici e accademici redatti a pagamento. Oggi chiunque abbia a disposizione un computer ed una connessione ad internet può recarsi su uno qualsiasi dei molti siti che offrono tale servizio e ricevere quanto richiesto con la garanzia di avere tra le mani un lavoro originale, che segue con precisione le indicazioni fornite dal richiedente. Curiosando su questi siti si può notare come la professionalità di alcuni sia davvero notevole (la qualità, almeno all’apparenza, varia da un sito all’altro). Oltre alla classica clausola del “soddisfatti o rimborsati”, certi siti propongono moduli da compilare, attraverso i quali chi commissiona il lavoro può far presenti le proprie esigenze: il paese in cui studia, il tipo di lavoro di cui ha bisogno (che sia un “essay”, una ricerca, una dissertazione o anche una presentazione Powerpoint), il numero di battute o di pagine (arrivando fino a lavori di 250 pagine), il livello universitario richiesto (bachelor, master o dottorato) ed il giorno entro cui il lavoro dev’essere consegnato. Se la scadenza di tempo non viene rispettata da chi fornisce la prestazione il lavoro verrà addirittura svolto gratuitamente! Insomma un servizio professionale a tutti gli effetti, ma il problema (oltre a quello morale) è nelle garanzie del lavoro consegnato. Il prodotto ultimato viene definito originale, ossia un lavoro che non contiene plagi. In effetti, spesso il termine di plagio viene inteso, soprattutto nell’ambito universitario, come l’utilizzo di una o più parti di un’opera (un libro, un articolo o un saggio) senza che chi ne fa uso citi la fonte. La definizione giuridica di plagio è però più ampia e consiste anche nell’appropriazione di un’intera opera scritta per mano d’altri (e non ancora pubblicata), come appunto è il caso per questi “essay”. Perciò, benché la promessa di originalità del lavoro svolto si possa considerare mantenuta, di fatto chi consegna questo tipo di scritto va incontro a conseguenze molto gravi, che potrebbero comportare anche l’espulsione della facoltà.
Sul fronte opposto resta il problema per i professori di individuare i lavori « incriminabili », poiché anche con i migliori programmi anti-plagio c’è il rischio che questi testi non vengano riconosciuti come plagi. Ma come distinguere i lavori legittimi da quelli acquistati su internet? Non c’è un metodo sicuro al 100%, a volte lo studente si fa abbindolare, fidandosi ciecamente di siti internet non raccomandabili ed il plagio risulta lampante; altre volte il professore riesce ad accorgersi che il lavoro svolto non è in linea coi lavori precedenti dello stesso studente e gli basta un colloquio con l’allievo per capire come stanno le cose. Altre volte invece il lavoro risulta ben fatto e il professore che lo corregge non se ne accorge.
Il fenomeno degli “essay” a pagamento tramite i siti internet è in continua espansione e i metodi per risolvere il problema non sono ancora del tutto affidabili. Resta perciò il dubbio circa l’effettiva estensione del fenomeno.
Ciononostante questa pratica implica rischi importanti, ogni tanto alcuni di questi lavori vengono scoperti e le conseguenze per lo studente possono essere molto gravi.