Gli studenti svizzeri non potranno più andare in Erasmus. Cosa c’è di vero in questa affermazione? L’accettazione della votazione popolare “contro l’immigrazione di massa” avvenuta il 9 febbraio 2014 presupponeva cambiamenti importanti in diversi ambiti. Tuttavia, per ora, l’unico settore toccato nel vivo sembra essere quello accademico. L’esclusione della Svizzera dal programma di scambi Erasmus Plus, provvedimento preso dall’Unione Europea in seguito all’esito della votazione, ha generato un’ondata di indignazione tra la popolazione rossocrociata. «Non è una misura punitiva ma una semplice incongruenza con il diritto europeo» rassicura Michäel Krieger, consigliere dell’ufficio mobilità della facoltà di Lettere all’Università di Losanna. La Svizzera pur non facendo parte dell’Unione Europea si è guadagnata lo status di membro Erasmus Plus anche grazie agli accordi di libera circolazione delle persone. In seguito alla ratifica dei risultati della votazione e alla restrizione della libera circolazione delle persone, la Svizzera non ha più potuto partecipare a Erasmus Plus in quanto l’EU considera l’adesione a questo principio un aspetto indispensabile per fare parte del programma.
La Confederazione ha prontamente reagito all’esclusione della Svizzera dal programma con una dichiarazione da parte del Consiglio federale che ha subito espresso l’intenzione della Svizzera di partecipare nuovamente a Erasmus Plus. In seguito a questa dichiarazione, l’esecutivo ha incaricato il Dipartimento federale dell’economia della formazione e della ricerca (DEFR) di trovare una soluzione transitoria. Il nuovo programma, entrato in vigore il 16 aprile 2014, lo Swiss-European Mobility Programme (SEMP), «consente a studenti, docenti e al personale amministrativo degli Istituti di istruzione superiore (livello terziario) di realizzare soggiorni di mobilità in Europa e di partecipare a progetti di cooperazione». Così si legge sul sito della Fondazione ch, che dal 1976 si impegna a favorire lo scambio a livello nazionale e internazionale tra giovani che frequentano scuole di diversi livelli formativi. A questa associazione è stato affidato il compito di occuparsi di questa soluzione transitoria. Il 19 settembre 2014 il Consiglio federale ha prolungato il progetto transitorio per gli anni 2015 e 2016. Il programma viene sovvenzionato dalla Confederazione con i fondi (22 milioni di franchi circa) che erano stati precedentemente previsti per il finanziamento di Erasmus Plus.
Ma quali sono le differenze tra Erasmus Plus e SEMP? Ce lo spiega Michäel Krieger: «La differenza principale è a livello burocratico e amministrativo. Prima gli accordi tra le università europee erano raggruppati e semplificati sotto Erasmus Plus; inoltre il finanziamento veniva stanziato dall’Unione Europea. Oggi con il programma SEMP è necessario stipulare degli accordi tra le singole università svizzere e i loro partner europei. Gli studenti svizzeri e stranieri ricevono una borsa di studio direttamente dalla Confederazione». Insomma è diventato tutto più complicato. Ogni università invece di essere iscritta al programma Erasmus Plus deve stipulare delle convenzioni con i singoli atenei, cosa che comporterà regole e procedimenti diversi. Krieger ci tiene a puntualizzare che, anche se raramente, a causa della burocrazia complicata alcune università hanno deciso di non continuare ad effettuare scambi con le università svizzere. Se a livello burocratico tutto è diventato più laborioso, per gli studenti la situazione sembra essere rimasta più o meno la stessa. Ci sono tuttavia alcune novità che è bene sottolineare.
Per esempio: alcune università europee considerano gli studenti svizzeri come extraeuropei, per questa ragione richiedono degli attestati che certificano un certo livello linguistico, attestati prima non necessari. È importante ricordare che i trattati di scambi accademici si basano su un principio di reciprocità. La paura è che alcuni studenti stranieri, a causa delle difficoltà burocratiche, rinuncino all’opportunità di un soggiorno in Svizzera, compromettendo tutto il progetto SEMP.
Al momento è molto complicato capire dalle cifre quali siano stati effettivamente i cambiamenti avvenuti dopo la votazione. E questo anche perché gli studenti che sono partiti tra il 2014 e il 2015 sono ancora considerati in transizione tra i due programmi. La possibilità di un soggiorno all’estero sembra restare una prospettiva allettante per gli studenti svizzeri. La Fondazione ch riporta nel suo rapporto annuale una partecipazione di 4369 ragazzi in uscita nel 2014. Le destinazioni più ambite dagli studenti di Losanna nel 2014 sono state la Germania (31%), il Regno Unito (13 %) e la Spagna (12%), principalmente per ragioni linguistiche. Krieger fa notare quanto sia importante mantenere accordi anche con università meno “gettonate”: «ci sono accordi con quasi tutti i paesi europei ma alcuni sono poco sfruttati. Alcune sedi vengono effettivamente domandate una volta ogni cinque anni. Eppure, nonostante i costi, è importante mantenere aperte le possibilità di scambio anche con queste destinazioni. Sarebbe un peccato limitare l’offerta solo alle principali mete, escludendo le università meno richieste che possono comunque offrire corsi interessanti».
Non resta che augurarsi il massimo impegno da parte del Consiglio federale per ristabilire gli accordi con l’UE e recuperare appieno il titolo di paese partecipante.