Jérôme Gaudin, che da dieci anni ha terminato gli studi all’Unil, laureandosi in psicologia, in un incontro amichevole mi ha illustrato la situazione universitaria dal punto di vista di una persona disabile. Le tematiche legate all’handicap riguardano ognuno di noi, perché, come spiega, l’handicap non è una diretta conseguenza dell’invalidità. Una persona disabile si trova in situazione di handicap soltanto davanti a un ostacolo, perciò ognuno di noi, anche solo temporaneamente, potrebbe trovarsi nella stessa situazione. Quante persone, ad esempio, hanno avuto bisogno nella loro vita di usare le stampelle?
Secondo Jérôme, quindi, è sbagliato cercare di capire quali sono le tipologie d’invalidità presenti nel campus, o indagare sul numero di disabili per poter offrire loro un sostegno. Bisognerebbe invece partire dal presupposto che all’università, come in ogni altro ambito sociale, gli handicap esistono, perciò l’ambiente dovrebbe essere adattato ad ogni esigenza. Inoltre, essendo il campus un luogo pubblico, non solo i suoi studenti potrebbero necessitare di servizi speciali, ma chiunque vi si rechi per lavoro o lo visiti. Ai disabili che desiderino frequentare l’università, alla pari di qualsiasi altro studente, e che però si trovino di fronte a difficoltà e ostacoli, Jérôme consiglia di far sentire la propria voce: un aiuto arriverà e potrà essere utile anche ad altri.