Verso un’università su misura per tutti
L’Unil e le persone in situazione di handicap

L’università è la casa degli studenti: un luogo in cui in cui tutti hanno stessi diritti e doveri. Tuttavia, per alcuni il percorso che conduce al diploma universitario è costellato da maggiori difficoltà: azioni all’apparenza del tutto spontanee come lo spostarsi da uno stabile all’altro o cercare un libro in biblioteca possono trasformarsi in percorsi ad ostacoli per alcuni di noi.

Foto di Vera Brullo

Foto di Vera Brullo

Esiste sul campus dell’Unil un ufficio, fondato nel 2002 sulle basi della La legge federale LDis, il cui scopo è quello di facilitare la vita agli studenti in situazione di handicap. A questo ente, che dal 2005 è diretto da Nathalie Janz e che si occupa di valutare ciascun caso singolarmente, ogni anno si rivolgono circa dieci studenti diversamente abili; in seguito subentrerà in loro sostegno la persona di riferimento della facoltà alla quale questi studenti sono iscritti.

In passato, come racconta Janz, esisteva soltanto un formulario, che doveva essere riempito dagli studenti in necessità d’assistenza, ma veniva utilizzato mal volentieri; era, infatti, sentito come un modo di sottolineare una situazione di difficoltà. Oggigiorno lo scopo dell’università è di promuovere l’uguaglianza e di ridurre al minimo gli ostacoli che i portatori di handicap possono riscontrare nel percorso formativo. Va precisato che sebbene l’università offra numerosi aiuti, essa non rimpiazza l’assicurazione d’invalidità, a cui ogni studente si rivolge per chiedere sostegni e permessi specifici. Gli allievi sono perciò tenuti a presentare un certificato medico che permette di ricevere l’adeguato sostegno durante gli esami. Proprio perché si cerca di lavorare secondo i principi di uguaglianza, l’obiettivo che l’ufficio diretto da Nathalie Janz persegue non è quello di offrire un trattamento privilegiato, ma, laddove possibile, di compensare la situazione di handicap e far sentire gli studenti a proprio agio.

Negli ultimi anni sono stati fatti numerosi passi avanti verso una maggiore offerta di servizi. Uno di questi è la creazione dell’ASEH: Association de soutien aux étudiants en situation de handicap. L’associazione è animata da un gruppo di studenti che dopo aver seguito una formazione si mettono a disposizione per offrire sostegno in diverse forme: aiuto nel prendere appunti, accompagnamento ad eventi organizzati dall’università, supporto durante la pausa pranzo. Ogni anno la stessa formazione viene seguita da tutto il personale non docente che lavora sul campus. Essa include una serie di esercizi pratici, specifici per i diversi tipi di handicap, volti a rendere le persone maggiormente consapevoli dei bisogni del singolo studente.

Oltre al servizio offerto da Nathalie Janz e dai collaboratori delle facoltà, anche Unibat (servizio dell’università che si occupa della gestione e manutenzione degli stabili e degli spazi verdi che compongono il campus), partecipa al miglioramento dell’università, cercando di rendere l’ambiente adatto ad ogni bisogno. José Hernandez che, in seno a Unibat, da dieci anni dirige il così detto “domaine exploitation”, cioè lo sfruttamento efficiente degli edifici, mi ha illustrato l’importante programma di messa a norma degli stabili universitari lanciato nel 2009. Fatta eccezione per il nuovo Géopolis, tutti gli altri edifici presentano ancora dei deficit per quanto riguarda l’accesso e lo spostamento delle persone con handicap. Sentendosi particolarmente sensibile alla causa, Hernandez pensa che il nuovo piano di ristrutturazione sia assolutamente indispensabile, laddove le migliorie sono realisticamente possibili. A questo proposito l’azienda Id-géo, la quale si occupa di fornire delle soluzioni concrete alle problematiche legate all’handicap, ha avuto il compito di fare un’ispezione del campus e di presentare un preventivo per i lavori di miglioria. In seguito al rapporto presentato dalla Id-géo, le ristrutturazioni da mettere in cantiere sono state divise in tre categorie: rapidamente realizzabili, come ad esempio la messa a norma dei wc o la creazione di piccole rampe negli auditori; lavori postulabili nel futuro prossimo perché troppo impegnativi e costosi, tra i quali rientra la costruzione di ascensori e rampe in quei luoghi che presentano difficoltà per la realizzazione di tali strutture. L’ultima tipologia comprende le migliorie integrabili nelle grandi trasformazioni degli stabili, in modo da intervenire sfruttando lavori già in corso.

Foto di Vera Brullo

Foto di Vera Brullo

L’università di Losanna si presenta sensibile alle sollecitazioni da parte di Unibat e alle proposte del servizio offerto da Nathalie Janz e dai collaboratori delle facoltà, ragione per cui si può affermare che è attenta alle problematiche relative al miglioramento della vita quotidiana all’interno del campus. Tuttavia, affinché in futuro nessuno si senta più svantaggiato e possa vivere l’esperienza universitaria in piena serenità, ulteriori misure sono auspicabili. Bisognerà puntare verso nuovi traguardi sia a livello d’infrastrutture, sia a livello sociale, come ad esempio estendere la formazione di sensibilizzazione al corpo docenti.

 

Il punto di vista