In Ticino i giovani sono sempre più violenti
I reati contro l’integrità personale sono in netta crescita rispetto a dieci anni fa e legati a episodi di grande aggressività

di SONIA GLAUSER

Il sergente maggiore capo Arno Ceschi

Il rendiconto del magistrato dei minori (Reto Medici, 2020) ha evidenziato come anche la piccola realtà del Canton Ticino presenti preoccupanti fenomeni di violenza giovanile in aumento: infatti, nel 2019 sono stati aperti 1’101 procedimenti nei confronti di minorenni, valore che si allontana dagli 895 registrati nel 2011. Più precisamente, per quanto riguarda i reati contro l’integrità personale si può constatare una forte crescita: dai 31 registrati nel 2011, siamo passati a 124 nel 2019.

Ne abbiamo parlato con il Sergente Maggiore Capo Arno Ceschi, da 24 anni attivo presso la Polizia Cantonale ticinese e da 18 mesi Capoposto della Gendarmeria di Bellinzona.

Secondo il Corriere del Ticino (giugno 2020), lo scorso anno sono state pronunciate 14.773 condanne di minorenni, che equivale al 6% in più rispetto al 2018. Come commenta questo aumento?

È da ricondurre principalmente al fatto che tutti i reati della circolazione stradale (guida senza licenza, furto d’uso, …) che precedentemente venivano gestiti all’ufficio della circolazione stradale sono passati ora sotto il cappello della magistratura dei minorenni. La crescita non si può dunque direttamente ricollegare a una corrispondente crescita della violenza in ambito giovanile.” 

Se dovesse scegliere un aggettivo per descrivere la situazione ticinese, quale sarebbe?

“Direi che è sotto controllo. La percentuale dei giovani che delinquono, nonostante ciò che si possa pensare, è compresa solo tra il 1,5% al 2%.”          

Con quanti casi di arresti al mese si trova mediamente confrontato?

“Nella nostra realtà, i casi sono veramente pochi. Se dovessi dare una percentuale, questa sarebbe sicuramente inferiore al 10%.”

Di che tipo di reati o illeciti si tratta principalmente?

“In generale, i reati principali che coinvolgono i giovani sono divisibili in tre gruppi: utilizzo o spaccio di stupefacenti, arresti per infrazione alle norme della circolazione stradale e reati contro l’integrità delle persone. La violenza è ricollegata all’ultimo gruppo, e può essere di vario tipo: fisica (risse), verbale (minacce, insulti) e psicologica, che è senza dubbio la più subdola e pericolosa.” 

Quali sono, secondo lei, le motivazioni principali che portano a episodi di violenza?

“L’educazione gioca indubbiamente un ruolo fondamentale in questo campo. La famiglia ha il compito di trasmettere valori etici e competenze sociali ai propri figli: è dunque molto più semplice che un ragazzo senza una linea guida da seguire si ritrovi immischiato in situazioni poco piacevoli. Ci sono però anche altre motivazioni, legate alle differenze culturali e ai problemi di integrazione sociale.”

Lei presta servizio presso la Polizia cantonale di Bellinzona da 24 anni: com’è cambiata secondo lei la situazione per quanto riguarda la violenza nei minori?

“La situazione 10 anni fa era molto più tranquilla: i ragazzi commettevano già reati, ma questi erano di poco conto, come il furto di una macchina, l’imbrattamento dei muri con lo spray oppure la guida senza la licenza. Si parlava di risse già allora, ma senza dubbio non come al giorno d’oggi, dove non solo i casi sono aumentati, ma questi vengono pubblicizzati anche molto di più. Un giovane delinquente purtroppo fa notizia, scoop, e quindi viene mediatizzato molto.”                                                                                 

Se dovesse mettere a confronto i primi casi di violenza giovanile con gli ultimi che ha trattato, cosa potrebbe dirci?

“Posso affermare che 10/11 anni fa gli episodi di violenza erano molto meno aggressivi: al giorno d’oggi si colpiscono direttamente le parti vitali (che noi chiamiamo “zone rosse”), che si situano principalmente sul viso e sul petto. Mi viene in mente un caso avvenuto nella regione dove due minorenni hanno ucciso un loro coetaneo con 32 coltellate e l’hanno poi gettato in una discarica: questo potrebbe essere un buon esempio per capire il livello di aggressività che è possibile raggiungere al giorno d’oggi.”        

Al giorno d’oggi i giovani entrano in contatto con la violenza sempre più facilmente e spesso già in tenera età. Pensa che questo elemento possa influire?

“Sicuramente questo fattore influisce moltissimo: la violenza al giorno d’oggi è molto presente nei videogiochi ed è anche molto pubblicizzata in televisione. Purtroppo poi si arriva ad un punto dove il ragazzo non riesce più a scindere tra gioco e realtà: non capisce dunque che nella vita reale ‘game over’ equivale alla morte.       
In più, abbiamo notato anche che negli ultimi anni in Ticino i giovani vanno molto presto in assistenza: hanno perciò molto più tempo libero per mettersi davanti ad un computer e giocare a videogiochi che incitano alla violenza”. 

Quali provvedimenti vengono presi nei confronti di coloro che si macchiano di questi reati? Come “riorientare” questi ragazzi?

“Alla violenza non si risponde mai con altra violenza, ma con la gentilezza. I ragazzi devono ragionare sui loro errori, cercando di capire soprattutto che la polizia non è contro di loro. Infatti, la polizia è una delle istituzioni (con enti sociali, psicologi e magistratura minorile) che collaborano al loro “riorientamento”. Solitamente, i giovani vengono presi in tutela per una rieducazione (in istituti) e vengono poi fatti lavorare (lavori di pubblica utilità) oppure si cerca, per chi non ce l’ha, di farli studiare per ottenere la licenza di quarta media.      

Si dice comunemente che “prevenire è meglio che curare”: come sensibilizzare dunque i giovani d’oggi in modo da evitare il più possibile nuovi episodi di violenza?

In Ticino esiste un gruppo chiamato “Gruppo Violenza Giovanile” che si occupa di questo da circa 10 anni. Per ogni regione ticinese (bellinzonese, locarnese, luganese e mendrisiotto) c’è un rappresentante addetto ad andare nelle scuole elementari e nelle scuole medie per fare prevenzione. Durante queste presentazioni si affrontano e si spiegano argomenti come il bullismo, la violenza fisica, verbale e mediatica, sempre più presente al giorno d’oggi.”