Le Ligon: da futurismo urbanistico a città della segregazione, e viceversa
Viaggio nel complesso abitativo alle porte di Ginevra che conta quasi diecimila abitanti in un unico, gigantesco, palazzo

di RAFFAELE PEDRAZZINI

Una leggera nebbia di un mattino di novembre nasconde il grande complesso abitativo Le Lignon dalla collina di Vernier, nel retroterra ginevrino. La Route du Bois-des-Frères è chiusa per lavori e l’opzione più veloce per avvicinarsi a questa piccola cittadina costruita negli anni ’60 e che conta quasi diecimila abitanti, è dal parco di betulle lungo le rive del Rodano.

Una strada in terra battuta conduce al grande parco su cui si affaccia tutto il complesso. A circa duecento metri di distanza, dopo oltre sessant’anni, l’unità abitativa rimane inconfondibile. Innumerevoli colori dipingono gaiamente le sue grandi facciate. Ben presto ci si accorge, però, che tutto ha un gusto nostalgico e démodé.

La torre più piccola de Le Lignon

La costruzione, che si estende su oltre 28 ettari di terreno, conta un grande edificio lungo oltre un chilometro, composto da appartamenti che s’affacciano su entrambi i versanti della costruzione. Al complesso principale, si aggiungono due torri, una di ventisei e l’altra di trenta piani. Oltre ai 2’800 appartamenti, ci sono ristoranti, bar, una scuola, due chiese e altri servizi di vario genere. Non c’è un ingresso principale ma un lungo portico, che ricorda vagamente le contrade di un paese e che collega tutte le ottantotto entrate.

L’edificazione di questa enorme città era la risposta alla penuria di alloggi negli anni ’60. L’obiettivo era di costruire velocemente, a basso costo, per offrire una rapida soluzione alla domanda in perenne crescita. Sei architetti, sotto la guida di Georges Addor, ginevrino, edificarono in circa cinque anni questo enorme complesso urbano. All’epoca il progetto era il più ambizioso mai realizzato in Svizzera e tutt’oggi rimane una delle più grandi costruzioni abitative in Europa.

Attualmente ci vivono circa settemila persone, nonostante fosse progettato per oltre diecimila abitanti, con una densità di 27’000 abitanti per km2 (Manhattan, a termine di paragone, si attesta sui 28’000).

Rete stradale interna 

Da molti criticato perché sarebbe progettato secondo un criterio estetico del tutto inappropriato per la zona in cui sorge, Le Lignon è oggi patrimonio della Città di Ginevra. Questa città satellite è un progetto che, in effetti, ha molte zone grigie, prima fra tutte la sua posizione. È distante dal centro città e circondato da industrie. Data la forte separazione dal tessuto urbano, si è talvolta assistito a  fenomeni di segregazione (anche per la scelta di destinare alcuni alloggi a richiedenti asilo).

La chiesa protestante

Se una volta infatti il complesso abitativo non doveva cercare dialogo con la realtà circostante ma essere unica referenza per sé stesso, ai nostri giorni la maniera di considerare il territorio (ma anche di plasmarlo attraverso la costruzione) è notevolmente cambiata. Oggi, infatti, ciò che s’intende costruire deve ambire ad avere una coesione con il paesaggio e il tessuto urbano circostante, per esempio attraverso la ricerca di materiali adatti, forme territoriali già presenti in zona oppure ancora integrarsi strutturalmente con quanto già presente. 

Il rischio di questo tipo di costruzioni chiuse su sé stesse e che, proponendo servizi di diversa utilità (comprese scuole, studi medici, bar e ristoranti), spingano i propri abitanti a lasciarne sempre meno spesso i confini, favorendo l’isolamento.

Le sezioni a Y del complesso principale

Effettivamente, anche solo da un punto di vista visivo, l’impressione di essere circoscritti in un sistema autonomo è percettibile. Lo conferma una donna, che vi abita da ormai due decenni: lei, un po’ per via della sua età, un po’ per via della comodità di avere commerci e luoghi di incontro sotto casa, lascia raramente il perimetro di questa città.

Ed è vero che, a circa cinque chilometri da Ginevra, qui ci si sente ben altrove. In un posto quasi estraneo alle logiche cittadine tradizionali, dal traffico al consueto tessuto viario. Qui regnano pace, colori e persone che approfittano, nonostante la stagione, dei prati verdi e della vegetazione.

Le Lignon, nonostante molto sia cambiato nel modo di costruire ,è ancora oggi un perfetto esempio di massima utilità costruttiva e di efficienza nella gestione del suolo, poiché la grande densità abitativa ha permesso di immergere la costruzione in un grande parco.

(tutte le foto, tranne la prima, sono di Raffaele Pedrazzini)