La poesia per svuotarsi dal dolore e riempirsi d’amore
Nel romanzo "Le parole che ho trovato per te" di Alessio Tavino, si alternano prosa e versi

di GIORGIO REISSIAN

«La parola poesia deriva dal greco ποιέω, il cui significato letterale è “fare”. Spesso e volentieri non diamo il peso che merita alla felicità e ignoriamo la bellezza di ciò che ci circonda. L’invito di Alessio è quello di notarla, gioirne e accoglierla per decidere di fare adesso della propria vita una splendida poesia». Questo è l’appello del protagonista del romanzo Le parole che ho trovato per te, l’esordio nella narrativa di Alessio Tavino. Un libro straordinariamente semplice nello stile, con un linguaggio dalla bellezza disarmante e dunque per nulla scontato. Il romanzo del giovane autore italiano, classe 1996, è solo apparentemente biografico. A tratti è commovente, altre volte stupefacente, ma più di ogni altra cosa le sue parole hanno la forza di ispirare. Tavino nasce come poeta sui social e anche in quest’opera prosa e poesia si alternano in modo del tutto complementare dando origine a una dialettica che conquista il lettore.

Il personaggio principale si chiama anch’egli Alessio, un miscuglio di dubbi e insicurezze al quale è però difficile non affezionarsi. La sua unica certezza è che la poesia fa parte di lui, nonostante la releghi alla propria intimità, quasi provasse pudore nel raccontare il ruolo importante che essa svolge nella sua vita. “Alessio ama scrivere, immaginare storie e parole, ascoltare come danzano insieme”. A causa di queste caratteristiche cadrà vittima di bullismo e, come se non bastasse, giungerà a considerare il giudizio altrui a discapito dell’amor proprio.

Alessio finirà per autodefinirsi “poeta distratto”. Imparerà presto però che è indispensabile diventare esseri umani migliori per essere scrittori e poeti migliori. L’esperienza lo porterà a comprendere cosa può e vuole essere: uno scrittore. È come se l’avesse sempre saputo, ma a volte se lo dimentica, perché è difficile, perché significa fare continuamente i conti con le emozioni. Il suo proposito diventa allora quello di scrivere poesie in grado di insegnare come svuotare il cuore dal dolore e riempirlo d’amore.

Oltre alla passione per la poesia, il libro racconta quindi la voglia di migliorarsi e rinascere, reagendo alle sconfitte, alle delusioni, alle sofferenze e lo fa in modo magistrale. L’opera di Tavino tocca le corde più intime del lettore. A questo proposito, il rapporto tra il protagonista e suo nonno è rivelatore. Basti pensare alla volta in cui questo regala al nipote massime di saggezza quali “l’arte della felicità”, che risiede nelle cose semplici, e “gli occhi del poeta” capaci di coglierle, tradurle in parole, ma soprattutto dedicarle con amore. Anche se a una prima lettura queste parole appaiono come verità lapalissiane, esse fanno tuttavia parte di noi.

Il motore della vita di Alessio è dunque l’amore. Lungi dall’essere un amore puramente astratto come si potrebbe immaginare, si concretizza invece nei rapporti con i suoi cari, i suoi amici e Sofia. Anche in questo caso, Tavino riesce a rendere in modo del tutto personale ed entusiasmante i capogiri, la leggerezza e i drammi che accompagnano i primi innamoramenti. A un lettore attento, Sofia potrebbe ricordare il modello della donna angelo di matrice stilnovista non solo per il suo aspetto, occhi verdi e una folta chioma bionda, ma anche per il suo ruolo: è la fonte d’ispirazione per tutte le poesie di Alessio. Ogni volta che la vede, il giovane scopre qualcosa di nuovo che gli piace di lei. “La pelle, il sorriso. Quel modo che ha di guardare il mondo, come se lo accarezzasse”. A ragione del fatto che a volte è nei posti più improbabili che l’amore si nasconde, i due si “scontrano” sulla pista di atletica. Con Sofia Alessio imparerà che l’amore è come una maratona in cui anche l’ultimo taglia il traguardo prima di chi molla. Il modello della donna angelo sarà però rovesciato. Per quanto idealizzata, Sofia è infatti tutt’altro che perfetta come dimostra la sua gelosia nei confronti dell’amica di Alessio, Rosalba.

Quest’ultima è uno spirito libero con pensieri contagiosi: lo convincerà a partecipare a una gara di poesia, episodio con cui si chiude il romanzo. Rosalba è radiosa, nonostante i suoi lineamenti non siano al pari di quelli di Sofia o delle altre fanciulle della scuola. Grazie a lei, Alessio segue la sua vocazione poetica e riesce finalmente a essere se stesso, a far convivere la sua visione incantata del mondo con la continua messa in discussione dei propri sogni. La forza del protagonista risiede nella convinzione che “chi è luce porta anche luce nelle altre persone”.

Attraverso una prosa quasi lirica, Tavino ci invita, in sostanza, a tornare a innamorarci della vita, quella di tutti i giorni con le sue difficoltà e le sue gioie. Quella vita che sa essere ordinaria e straordinaria al tempo stesso. Una vita che merita di essere vissuta.