Nicole et Martin, teatranti itineranti con tenda e roulotte
Da 23 anni girano per l’Europa mettendo in scena spettacoli ispirati alle favole dei Grimm

di BIANCA PERLETTI

Nicole et Martin sono una compagnia teatrale formata da una coppia svizzera che da 23 anni, da marzo a novembre, gira per l’Europa con roulotte, camion e il loro tendone a cupola (la « white tent ») dentro al quale mettono in scena cinque spettacoli diversi ispirati alle favole dei Grimm, in lingua differente a seconda del Paese in cui si trovano. La loro è una vita in continuo movimento dove ci sono il costante allenamento fisico per poter eseguire le acrobazie, l’esercizio dei numerosi strumenti che suonano, il montaggio e lo smontaggio del loro piccolo villaggio, l’organizzazione degli spettacoli, degli spostamenti e la gestione del team che li segue. Una grande avventura insomma, ma anche un preciso e serio progetto artistico.


Nicole e Martin si sono conosciuti nel 1993 alla Scuola Dimitri di Verscio (Ticino) e, dopo il diploma e due anni nella compagnia della scuola stessa, hanno dato vita alla loro compagnia. Ricorda Nicole: «preparammo tutto segretamente; finché non arrivò il nostro primo spettacolo e la partenza, non volevamo che qualcuno ci giudicasse prima di iniziare» tanto è vero che, una volta usciti allo scoperto con il progetto, subito si sentirono dire che: «Non era possibile, che non potevamo partire così perché eravamo solo noi due». Ma loro non hanno mai avuto dubbi, anche perché non si rendevano conto a cosa andavano incontro, dice Martin aggiungendo: «Non avevamo nulla, dunque non rischiavamo di perdere niente, è questo il vantaggio».

Quello attuale è il quarto tendone cambiato nel corso degli anni: «La tenda che abbiamo ora è la più grande possibile, il massimo che possiamo gestire» osserva Martin: «Siamo solo in due con quattro giovani che ci aiutano e 330 posti nel tendone, tre caravan e tre camion e giriamo tutta Europa. Nei posti in cui andiamo chiediamo aiuto per il montaggio della struttura ma in generale dobbiamo gestire tutto noi». Ventitré anni dopo è cambiato qualcosa rispetto alle prime rappresentazioni?: «Penso che gli spettacoli nella loro essenza siano rimasti uguali. Ora non siamo più soli, nel nuovo spettacolo ci aiutano le persone che collaborano con noi. Prima ci sono stati i nostri figli, partecipavano agli spettacoli» risponde Nicole. La scorsa tournée, infatti, è stata la prima in cui i loro figli sono rimasti in Ticino per completare le scuole dell’obbligo. Con il passare del tempo sono state apportate alcune modifiche, racconta Nicole: «Nel nuovo spettacolo, sapendo che non siamo più così giovani, abbiamo messo meno acrobazie. All’inizio mostravamo molta tecnica, con il tempo c’è più gioco, siamo più tranquilli e ci prendiamo il tempo per raccontare».


La scelta del genere narrativo viene spiegata da Nicole: «Le favole hanno profondità e sono molto simboliche, piacciono a grandi e piccoli. Volevamo raccontare una storia, non volevamo divertire solamente, ma toccare il cuore». Infatti, con gli anni si sono resi conto di quanto sia importante parlare il meno possibile negli spettacoli, trasmettendo immagini e impressioni che poi il pubblico può interpretare alla sua maniera: «per noi l’arte deve toccare l’anima, non la sfera intellettuale» dice Nicole.
Sono ormai 3193 le rappresentazioni fatte nel corso di 23 anni di tournées. Come trovino la motivazione a continuare a ripetere le stesse favole lo spiega Martin: «Gli spettacoli non ci sembrano sempre gli stessi e ogni volta nasce qualcosa di speciale tra noi e il pubblico, questo ci motiva». D’inverno, Nicole e Martin si fermano a Losone per qualche mese di preparazione alla tournée. Nicole dice: «Cosa ci fa sentire a casa? La roulotte, la nostra casa. Non importa dove ci troviamo. In fondo passiamo tantissimo tempo a casa, giriamo tutto il mondo ma siamo sempre a casa». Neanche durante la pandemia si sono fermati, continuando a rappresentare i loro spettacoli.


Festival internazionali, grandi città o piccoli villaggi, migliaia di ricordi. Martin ci parla del tour del 2018, quando sono stati in Russia: «La gente piangeva, partecipava, si fermava a parlare con noi. È stata un’esperienza forte». E il futuro? : «Il nostro sogno è di “ritirarci” un po’ facendo partecipare anche altre persone di diverse generazioni agli spettacoli».