Violenze e abusi sui prigionieri: l’Onu accusa Mosca e Kiev
La violenza è sistematica da parte delle truppe russe, più sporadica da parte di quelle ucraine: il risultato di un'indagine della Missione di monitoraggio delle Nazioni Unite

di KIMBERLY GULIZIA

Torture, violenze e umiliazioni: è questo il trattamento che Russia e Ucraina riservano ai prigionieri di guerra, violando le convenzioni di cui sono firmatarie. Lo ha affermato Matilda Bogner, capo della Missione di monitoraggio dei diritti umani in Ucraina durante la rassegna stampa del servizio di informazione delle Nazioni Unite di Ginevra del 15 novembre. Importanti violazioni sono infatti emerse da un’indagine realizzata attraverso le interviste fatte a 159 prigionieri di guerra detenuti dalla Russia (di cui 20 donne) – intervistati una volta che sono stati liberati, poiché la Russia non ha consentito agli ispettori Onu di recarsi nei luoghi di detenzione – e 175 prigionieri di guerra detenuti dall’Ucraina, che invece ha aperto le porte ai funzionari delle Nazioni Unite.

Coloro che erano stati catturati dalla Russia hanno affermato di essere stati torturati e maltrattati durante il loro internamento, per costringerli a fornire informazioni ma anche gratuitamente al solo scopo di umiliarli. Tutto ciò in condizioni umanamente insostenibili di fame, sete, sporcizia. Per quanto riguarda i soldati fatti prigionieri dall’Ucraina, sono pervenute alla Missione di monitoraggio denunce di nove esecuzioni sommarie, non avvenute cioè durante il combattimento, e di numerosi maltrattamenti da parte delle forze armate ucraine nelle fasi iniziali della cattura e dell’evacuazione, e sporadici casi di tortura e maltrattamenti nelle fasi successive all’internamento. Dopo tali dichiarazioni, il Paese ha avviato delle indagini penali.

L’indagine ha evidenziato perciò delle differenze nel trattamento dei prigionieri: i prigionieri di guerra ucraini sono stati sistematicamente maltrattati o torturati dai russi, i prigionieri di guerra russi, invece, una volta giunti nei luoghi di internamento, sono stati trattati adeguatamente (tranne in tre centri di detenzione). Inoltre la parte russa non ha fornito assistenza medica ai suoi detenuti, mentre i prigionieri russi feriti o malati sono stati curati.

«L’obbligo fondamentale di uno Stato è quello di trattare sempre con umanità tutti i prigionieri di guerra in proprio potere, dal momento in cui vengono catturati fino al loro rilascio e rimpatrio» ha sottolineato Bogner osservando che sia l’Ucraina che la Russia hanno sottoscritto la Terza Convenzione di Ginevra che stabilisce i requisiti da rispettare per quanto riguarda il trattamento dei prigionieri di guerra ma non hanno verificato né garantito che i loro soldati rispettassero tali obblighi. «Anche gli Stati terzi, specialmente quelli che aiutano i belligeranti, hanno l’obbligo di verificare che i prigionieri siano trattati umanamente. E il controllo e la valutazione numerica delle violazioni da parte di terze parti è una chiave per scoraggiare e prevenire di ulteriori violazioni – ha concluso Bogner.