« La poesia è insieme segreto e rivelazione »
Intervista a Antonio Cutruzzolà, autore esordiente della raccolta "Il filo d'argento"

di TONY CAPUANO

Mi sono innamorato tre volte. La prima, a 6 anni. Ricordo con esattezza quei sentimenti : sollievo, gioia, angoscia e felicità si mescolavano nella mia mente. Era tutto così intenso e così nuovo. Poi, col passare degli anni, mi sono innamorato altre due volte. Solo due, credo. Ma l’amore è un concetto poliedrico e troppo individuale perché possa affermarlo con certezza. L’individualità dell’amore può sembrare paradossale per un sentimento che si suole materializzare in due. Queste ed altre riflessioni nascono leggendo i versi di Antonio Cutruzzolà, poeta esordiente, ma esperto nel farci cogliere le proprie impressioni sentimentali legate tra di loro “con un filo d’argento”.

Come è nato il titolo « Filo d’argento« ?

Filo d’argento vuole esprimere il legame invisibile ma tenace tra le poesie del libro, e tra me ed il libro.

Quando le è venuta l’idea di scrivere una raccolta di poesie?

Risale ai miei ultimi anni di liceo in Italia; il desiderio si è profilato quasi come un gioco quando ho ricevuto un premio letterario.  

Il 2020 è un anno particolare. Perché pubblicare il suo primo libro in tale anno?

La genesi del libro è legata a circostanze indipendenti dalla pandemia in corso. I fattori che hanno fatto sì che il libro uscisse quest’anno sono stati l’aver trovato un benefattore, oltre al tempo occorso per la selezione delle poesie. La stampa e la rilegatura invece hanno risentito di importanti ritardi a causa del virus. 

Non pensa che pubblicare una raccolta di poesie cartacea sia un anacronismo? 

No, perché il mercato tradizionale non è stato ancora soppiantato dal mercato virtuale. Il libro permette di smarcarsi dal flusso continuo di parole e immagini dello schermo e da nuove tecnologie ormai fin troppo invasive, inoltre consente al lettore di riappropriarsi di un ritmo di lettura fatto di pause, di silenzi. E poi è qualcosa che si può toccare, e che ha un suo odore.

Quanto tempo ci è voluto per scrivere le poesie?

Il mio primo incontro con la poesia risale a quando avevo 17 anni.  Venti poesie su ventuno sono anteriori al 2013. La genesi non è stata continua, è legata ad alcune fasi più produttive. In altre, invece, la scrittura è stata quasi assente. La scrittura è parte integrante della vita, non viaggia a velocità costante. Pochissime poesie sono nate già scritte. Scrivere implica un lavorìo che in alcuni casi può richiedere molto tempo, anche per una sola parola.

Si sente spesso parlare della « sindrome della pagina bianca ». E stato facile farsi venire le idee ?

La genesi delle poesie rimane un mistero, a volte può essere una parola, il suono di una serie di parole, un’immagine, un momento, direi che la pagina bianca non è il punto di partenza di una poesia ma il suo punto di arrivo. La poesia è insieme segreto e rivelazione.

La raccolta è dedicata ai suoi genitori e ai suoi nonni. Si allude al tema dell’amore per la famiglia, ma non se ne parla. Perché? 

È vero che nelle poesie non ci sono riferimenti alla mia famiglia, tuttavia la dedica vuole rimarcare la gratitudine per le mie radici. Credo che in futuro ci potrebbero essere delle poesie sulla mia famiglia.

L’amore non è l’unico tema della raccolta. Cos’ha voluto trasmettere tramite la destrutturazione grafica delle poesie? 

Con la destrutturazione grafica che si trova in “Un fiore nell’aria” e “Visione” volevo rimanere conforme all’ispirazione originaria, nella prima essa rinvia ad un’immagine di leggerezza, mentre nella seconda primeggia la forza del sole secondo un doppio senso di lettura.

Quali sono gli autori che ama di più? Cos’altro legge?

Una delle fortune degli italofoni è quella di poter leggere Dante, oltre ad altri classici. Un’altra fortuna, per chi ama la poesia, è quella di avere avuto un Novecento di grande poesia italiana. Prediligo Ungaretti, Montale e Luzi fra i maggiori.

In questo momento sto rileggendo i Canti Orfici di Dino Campana, Davide Rondoni e l’ultima raccolta di Fabio Pusterla.